Black lives in Europe
Scrittori e Poeti
Resistenza e orgoglio nella letteratura e nella poesia
Resistenza e orgoglio nella letteratura e nella poesia
Per secoli i neri sono stati considerati inferiori, a iniziare con l'avvento della tratta degli schiavi razzista fino al dibattito odierno sull'immigrazione. Queste percezioni sono state amplificate dalle teorie razziste, come l'eugenetica, che all'epoca si riteneva avessero fondamento scientifico. Durante la colonizzazione, i neri furono obbligati ad assimilare e accettare le norme culturali europee e dovevano convivere con il costante giudizio degli europei sulla loro identità razziale, culturale e artistica.
Durante questo periodo, illustri personaggi neri combatterono contro questi stereotipi, abbattendo le barriere nella scrittura e nella poesia e dimostrando che la loro esistenza non era improntata esclusivamente all'intrattenimento della controparte bianca, ma che avevano una loro cultura e dei valori. La letteratura e la poesia di questi artisti rivoluzionò l'orgoglio dei neri nella diaspora africana e continua a ispirare generazioni di scrittori e poeti neri al giorno d'oggi.
Alexandre Dumas fu un prolifico autore ed è tuttora uno degli scrittori francesi più letti in tutto il mondo.
Nacque a Saint-Domingue il 24 luglio 1802, figlio di Marie-Louise Labouret e del generale Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie. Le sue opere spaziano tra diversi generali letterari. Iniziò la sua carriera scrivendo opere teatrali e articoli per varie riviste. Successivamente, passò ai romanzi storici (inizialmente pubblicati a puntate), tra cui Il conte di Montecristo e I tre moschettieri. I lavori di Dumas sono stati tradotti in più di 100 lingue e hanno ispirato più di 200 film.
Nonostante il successo come scrittore, Dumas fu vittima di discriminazione e razzismo per via delle sue origini africane. Quando in un salotto un uomo lo insultò sulle sue origini miste, lui diede la sua celebre risposta:
Mio padre era un mulatto; mio nonno un negro e il mio bisnonno una scimmia. Vede, signore, la mia famiglia inizia dove finisce la sua.
Il romanzo breve Georges è uno dei rari lavori di Dumas in cui affronta le questioni della schiavitù, del razzismo, dell'abolizionismo e della colonizzazione come temi principali. Nel libro, ambientato a Mauritius, Georges, figlio di un coltivatore di origine miste nere e bianche, cerca una retribuzione per il padre coraggioso e deriso. Quando scrisse la storia, l'autore trovò ispirazione nella vita di suo padre. Molte idee di Georges ricomparvero nel celebre Il conte di Montecristo.
Anton de Kom fu uno scrittore surinamese anticolonialista, attivista ed eroe della resistenza.
Il padre di De Kom nacque schiavo nella piantagione di Molhoop in Suriname, colonia olandese, poco prima dell'abolizione della schiavitù nel 1863. Anton nacque a Paramaribo, la capitale del Suriname, il 22 febbraio 1898. Completò l'istruzione primaria e secondaria e ottenne un diploma in contabilità.
Nel 1920, De Kom si trasferì ad Haiti e, un anno più tardi nel 1921, nei Paesi Bassi, in cui lavorò in diverse organizzazioni di Sinistra come Links Richten, collettivo e rivista socialista comunista. Nel 1933, tornò in Suriname, dove le autorità coloniali seguivano ogni suo movimento. Fu arrestato senza processo per via delle sue attività politiche ed esiliato nei Paesi Bassi.
Disoccupato, decise di concentrarsi completamene sul suo libro Wij slaven van Suriname (Noi, schiavi del Suriname), che fu pubblicato in versione censurata nel 1934. Il libro descrive la creazione, la storia e la vita della colonia olandese in Suriname. È un resoconto del razzismo, dello sfruttamento e dell'oppressione subiti dai neri in Suriname, sia prima che dopo l'abolizione della schiavitù. Il libro è stato tradotto in inglese, tedesco e spagnolo ed è molto diffuso. Finisce con le parole:
Sranang, mia patria. Spero di rivederti di nuovo. Nel giorno in cui tutta la tristezza sarà cancellata da te".
Anton De Kom, Wij slaven van Suriname
De Kom non vide più il Suriname. Dopo che i nazisti tedeschi invasero i Paesi Bassi nel 1940, De Kom entrò nella resistenza olandese. Il 7 agosto 1944 fu arrestato e imprigionato, quindi trasferito nei campi di concentramento. Fu inizialmente detenuto a Vught, nei Paesi Bassi, quindi mandato in Germania dove fu detenuto a Sachsenhausen e infine a Neuengamme, in cui morì di tubercolosi il 24 aprile 1944. Fu sepolto in una fossa comune. Nel 1960 i suoi resti furono trovati e risepolti in un cimitero a Loenen creato per i combattenti della resistenza, i prigionieri politici e i soldati che morirono durante la Seconda guerra mondiale e che originariamente furono sepolti fuori dai Paesi Bassi.
Frantz Fanon fu uno psichiatra, scrittore, filosofo panafricano, combattente per la libertà e rivoluzionario della Martinica.
Nacque il 20 luglio 1925 a Fort-de-France, Martinique. Crebbe in una famiglia borghese e frequentò il Lycée Schoelcher, in cui ebbe tra i suoi insegnanti Aimé Césaire. Durante la Seconda guerra mondiale, servì nell'esercito di liberazione francese e successivamente studiò medicina e psichiatria in Francia. Lavorò dal 1952 al 1956 come psichiatra in Algeria, in cui si occupò della lotta algerina per l'indipendenza come redattore della rivista del Front de Liberation Nationale.
Fanon fu un pensatore e scrittore influente. Il suo primo libro Peau noire, masques blancs (Pelle nera, maschere bianche, 1952) affronta le conseguenze psicologiche della colonizzazione e dell'oppressione.
Io, uomo di colore, voglio solo questo: Che l'attrezzo non possieda mai l'uomo. Che la schiavitù dell'uomo possa finire per sempre. Ovvero, di uno verso l'altro. Che sia possibile per me scoprire e amare l'uomo, ovunque egli sia.
Frantz Fanon, Pelle nera, maschere bianche
Il suo lavoro più noto è il suo secondo libro, Les Damnés de la Terre (I dannati della Terra, 1961). Questo libro lo consacrò alla fama mondiale come fonte di ispirazione per i combattenti per la libertà nei Paesi colonizzati.
Educare le masse politicamente non vuol dire, non può voler dire, fare un discorso politico. Vuol dire provare inesorabilmente e appassionatamente a insegnare alle masse che tutto dipende da loro; che se ristagniamo la responsabilità è la loro e se andiamo avanti è sempre dovuto a loro, che non c'è una cosa tale come un demiurgo, che non c'è un uomo celebre che si assumerà la responsabilità di tutto, bensì quel demiurgo è lo stesso popolo e le mani magiche sono infine solo le mani del popolo.
Frantz Fanon, I dannati della Terra
Nei suoi lavori, la moglie di Fanon, Josie, alla quale dedicò i suoi testi, scrisse, adattò e, in alcuni casi, completò i suoi testi.
Fanon morì di leucemia all'età di 36 anni, ma il suo lavoro ebbe un enorme impatto sui movimenti politici e anticoloniali di tutto il mondo.
I poeti, autori e leader politici Léopold Sédar Senghor (Senegal, 1906-2001), Aimé Césaire (Martinique, 1913-2008) e Leon-Gontran Damas (Guyana francese, 1912-1978) si incontrarono durante gli studi a Parigi nel 1931 e insieme crearono una poesia che avrebbe definito il movimento della Negritudine.
Léopold Sedar Senghor, directed by Antoine Jean, RTBF, In Copyright
La Negritude fu un movimento intellettuale che rivendicava il termine spregiativo francese e lo usava come forma di autodeterminazione. Il movimento sottolineava che i neri avevano una storia e una cultura pari alle altre. Denunciò il colonialismo, le idee e il dominio occidentale.
Aimé Césaire usò per la prima volta questo termine nel poema Cahier d’un retour au pays natal (Diario del ritorno al paese natale).
la mia negritudine non è una pietra, la sua sordità scagliata contro il clamore del giorno la mia negritudine non è una federa d’acqua morta sull’occhio morto della terra la mia negritudine non è una torre né una cattedrale
s’immerge nella carne rossa del sole s’immerge nella carne ardente del cielo scava l’oppressione opaca della sua retta pazienza.
Considerato il suo capolavoro, questo poema è un'espressione dei pensieri di Césaire su se stesso e sull'identità culturale in un contesto coloniale. Fu inizialmente rifiutato da un editore francese e infine pubblicato nel 1939. Nel 1947, fu pubblicata una versione estesa con un saggio introduttivo dello scrittore e poeta francese André Breton. André Breton, chiamo il poema "niente meno che il più grande monumento lirico dei nostri tempi".
Aimé Césaire, the poet of negritude, Institut national de l'audiovisuel, In Copyright
Insieme alle opere letterarie di poeti e scrittori afroamericani, come Langston Hughes e James Baldwin, Cahier di Césaire è stato un simbolo della letteratura caraibica. Era uno stile letterario europeo nuovo, che consentì agli scrittori caraibici di sbarazzarsi delle interpretazioni occidentali in favore della loro stessa realtà, insieme ai movimenti di scrittura del Rinascimento di Harlem.
Il Rinascimento di Harlem fu un movimento intellettuale e culturale di arti creative e politica afroamericane, che era incentrato sul quartiere di Harlem a New York durante gli anni '20 e '30 del XX secolo.
Mentre Cahier è considerato un pezzo essenziale del movimento Negritude, Pigments di Leon-Gontran Damas (1937) è a volte considerato il "manifesto del movimento" ed è stato il primo testo pubblicato. Nella collezione di poesie, Damas argomenta contro la schiavitù e l'assimilazione coloniale della cultura europea. Identificò anche i tratti del razzismo interiorizzato e la repressione di sé che sono radicati nella diaspora africana. Damas introdusse questo concetto 20 anni prima degli approfondimenti di Franz Fanon, che lo chiamò "la personalità colonizzata" nel suo lavoro I dannati della Terra.
Pigments fu pubblicato in diverse lingue africane ed è stato tradotto e distribuito in diversi continenti. Il suo impatto è stato ampiamente sentito; il popolo Baulè della Costa d'Avorio, ispirato dal testo, si rifiutò di servire nell'esercito francese contro la Germania nel 1939. Pigments fu visto come una minaccia per la sicurezza dello stato francese e fu bandito dal governo francese.
L'uso che Léopold Sédar Senghor fece del movimento Negritude fu per sviluppare un senso globale di valore e dignità per il popolo africano e la diaspora africana, con il fine di promuovere la celebrazione della cultura, delle tradizioni e delle idee africane.
Ricordo le voci pagane che scandiscono il Tantum Ergo E le processioni e le palme e gli archi di trionfo. Ricordo la danze delle ragazze nubili I cori di lotta - oh! la danza finale di giovani uomini, busto slanciato esile, e il puro grido d'amore delle donne - Kor Siga! Ricordo, ricordo... La mia testa ritmica Che marcia stanca lungo i giorni dell'Europa dove a volte Appare un jazz orfano che singhiozza, singhiozza, singhiozza.
Estratto di Canti d'ombra (1945)
La Negritude si ispirò a molte fonti. Césaire parlò di Haiti come il luogo "in cui la negritude si fece sentire per la prima volta", un paese che è stato l'orgoglio degli intellettuali neri nel corso della storia per via della rivoluzione (1791 - 1804) condotta da Toussaint L’Ouverture, che portò all'emancipazione degli africani schiavizzati e alla nascita di uno stato nero libero.
Senghor, Damas e Césaire furono anche influenzati dal Rinascimento di Harlem, un movimento intellettuale e culturale di arti creative e politica afroamericane, che era incentrato sul quartiere di Harlem a New York durante gli anni '20 e '30 del XX secolo. Le opere degli scrittori afroamericani del movimento di Harlem furono tradotte per gli intellettuali francesi dalla scrittrice franco-martinicana Paulette Nardal.
Di fatti, il movimento Negritude non sarebbe stato possibile senza due donne essenziali, Paulette Nardal e sua sorella Jane Nardal. Il loro Salotto di Clamart creò uno spazio letterario in cui gli intellettuali di ogni provenienza a Parigi potevano riunirsi e discutere di politica, arte e cultura internazionale dei neri. Il saggio di Paulette Nardal Eveil de la conscience de race (Il risveglio della coscienza della razza) che esprime l'orgoglio africano, e la solidarietà attraverso la storia condivisa della schiavizzazione influenzarono enormemente i leader del movimento Negritude. Come molte donne nere, il contributo delle sorelle Nardal alla società e al movimento Negritude, incluse i loro stessi scritti, sono stati ignorati.
Le concept de négritude, Serge Kovacs (journalist) and Serge Terrine (editor) for France 3, Institut national de l'audiovisuel, In Copyright