Napoleone e l’urbanistica del XIX secolo
Vita urbana
Nuove sfide per le città in crescita
Nuove sfide per le città in crescita
La questione del grano è la più importante e la più delicata per i sovrani. I proprietari non sono mai d'accordo con il popolo. Il primo dovere del sovrano è quello di propendere per il popolo, senza ascoltare i sofismi dei proprietari".
Napoleone Bonaparte nella lettera a Eugène de Beauharnais, Settembre 1810.
Nel XIX secolo, l'Europa conosce un notevole aumento della popolazione durante la rivoluzione industriale. Da circa 100 milioni di abitanti all'inizio del XVIII secolo, la popolazione raggiunge circa 400 milioni alla fine del XIX secolo, soprattutto nelle aree urbane. Questa tendenza comporta un cambiamento importante: la necessità di garantire un ambiente sano, oltre all'approvvigionamento di acqua e cibo per la città.
Uno dei cambiamenti essenziali attuati da Napoleone a questo proposito ha luogo a Parigi. Egli migliora l'approvvigionamento idrico creando una via navigabile tra l'Ourcq, la Senna e la Marna. Con la costruzione del bacino della Villette (1806-1809), viene creata una riserva d’acqua potabile per i Parigini, così come una via navigabile sui canali di Saint-Denis e di Saint-Martin. Napoleone arriva a raggruppare tutti i corsi d'acqua di Parigi e pianifica la distribuzione in funzione dei bisogni di consumo degli abitanti, nonché la pulizia delle strade.
Inoltre, vengono costruite nuove fontane nei grandi mercati all’esterno della città e vengono installati centinaia di idranti in tutta la città. Nel 1812, un decreto stabilisce la distribuzione gratuita dell'acqua delle fontane e vieta qualsiasi speculazione sull'acqua potabile.
Al pari di altri aspetti legati all'igiene e all'alimentazione, come i mercati e le stalle, per i quali il governo aveva già elaborato piani ambiziosi, la macellazione degli animali è considerata un problema importante nelle città.
Nel 1807, Napoleone ordina la creazione di grandi mattatoi per rifornire Parigi di carne fresca. Situati al di fuori delle zone ad alta densità residenziale, i macelli sono facilmente accessibili e vicini a un'importante fonte d'acqua, resa abbondante dal Canale dell'Ourcq, costruito recentemente. Essendo il budget piuttosto basso, vengono scelte aree poco sviluppate o insalubri, dove gli immobili sono a buon mercato.
Lungi dall’essersi unicamente occupate dei bisogni materiali, le riforme hanno anche riguardato la cultura, essenziale per definire meglio il nostro futuro attraverso il prisma del passato.
Con la Rivoluzione francese, si afferma il principio che le opere d’arte, persino quelle dei principi e dei sovrani, appartengono al popolo e devono essere ospitate in edifici pubblici.
Il Louvre napoleonico è aperto a tutte le classi sociali e l’ingresso è gratuito. Il modello del Louvre ha favorito la comparsa di nuovi musei e di uno spirito moderno storico-critico, considerato vitale per lo sviluppo dell’arte contemporanea.
Numerosi musei nazionali, figli degli ideali rivoluzionari, sono influenzati dalla visione di Napoleone. Già nel 1798, i Paesi Bassi, seguendo il modello francese, creano un museo nazionale aperto al pubblico. Nel 1808, Louis Napoléon, fratello di Napoleone e allora re d’Olanda, ordina il trasferimento delle collezioni reali dall’Aja a Amsterdam, che diventerà la capitale del regno. Alcuni capolavori sono aggiunti alla collezione del nuovo Rijksmuseum (“museo nazionale”) per dargli una rappresentatività geografica più ampia, e la museografia si ispira ampiamente al Louvre. Parallelamente, Joseph Bonaparte, l’altro fratello e re di Spagna, ordina per decreto nel 1809 la fondazione di un museo a Madrid destinato ad accogliere le collezioni pittoriche spagnole più rappresentative, conosciuto con il nome di El Prado. Contrariamente al Louvre, il Prado non aveva l’ambizione di essere un museo enciclopedico ma aveva la stessa vocazione: rendere le collezioni reali accessibili a tutti.
Le ambizioni napoleoniche in campo artistico giovano anche a Milano. A differenza di altri grandi musei italiani, la Pinacoteca di Brera non è frutto di collezioni private di principi e aristocratici. Essa è creata da Napoleone come un piccolo Louvre italiano destinato ad esporre i dipinti più significativi di tutti i territori conquistati dalle armate francesi. I dipinti, quasi tutti delle pale d’altare sacre, provengono principalmente dalle requisizioni fatte dopo la chiusura delle chiese e dei conventi su tutto il territorio del Regno d'Italia.
Il regno di Napoleone è anche precursore della diffusione dell'uso del ferro nella città. La sua preoccupazione di perpetuare la sua gloria lo conduce a sfruttare questo materiale, anche se le qualità durevoli del metallo non erano ancora totalmente comprese all'epoca. Egli cerca continuamente di associare simbolicamente i nuovi monumenti pubblici alle sue imprese militari: lo stesso ferro, che serve per le sue vittorie durante la guerra, è usato per suggellare la pace e le conquiste.
Una delle proposte più spettacolari di Napoleone in questo campo è la colonna in ghisa di Place Vendôme, ispirata alla colonna Traiana di Roma. I monumenti napoleonici sono spesso ricalcati su quelli dell'antica Roma. Questo uso del ferro è senza precedenti all'epoca in Francia, e spiega perché si è spesso dissuaso Napoleone dall'usarlo, che si tratti di ragioni economiche o estetiche.
Ciononostante, Napoleone è più insistente per quanto riguarda i ponti, forse perché non vuole che la Francia sia superata dai britannici. Il Pont des Arts fu il primo ponte di ferro della Francia, e il terzo al mondo, dopo Coalbrookdale e Sunderland in Inghilterra. Questo passaggio pedonale, più conosciuto al giorno d’oggi per i suoi lucchetti dell’amore, è stato costruito per la sua utilità pubblica oltre che per abbellire la città.
Il progetto in ferro più spettacolare della sua epoca è il tetto circolare della Borsa del grano, chiamata la Halle aux blés. Dopo un incendio nel 1802, la cupola è ricostruita con la ghisa prodotta a Le Creusot. In quanto struttura di ferro più grande della sua epoca, la Halle è un’attrazione notevole al tempo di Napoleone e per tutto il XIX secolo grazie alla novità rappresentata dall’utilizzo del ferro, e alla raffinatezza della sua esecuzione.