- Mostra: Persone in viaggio
- Volti della migrazione
Le persone ritratte in questa serie finale di immagini hanno vissuto in prima persona l'impatto della migrazione.
Come mostral'emblema tenuto dai ragazzi in primo piano, gli uomini in questo ritratto di gruppo sono tutti gli ex-residenti di Zagorichani, una vivace cittadina in Macedonia con forti ascendenze bulgare e perciò soprannominata «Little Sofia». Dalla rivolta di Ilinden–Preobrazhenie nel 1903 la città conobbe il declino e molti abitanti si trasferirono in Canada, dove molti connazionali si erano insediati come «pechallari» (lavoratori stagionali) sin dal IX secolo. Toronto era una delle destinazioni preferite, dal momento che gli immigrati potevano lavorare nei macelli, nelle fonderie di ferro e acciaio e spesso riuscivano poi a aprire ristoranti, macellerie e altri negozi. Diverse organizzazioni che celebrano la cultura macedone sono sorte in Canada, come l'associazione di Zagorichani «Napredak» («Progress») qui illustrata.
Frank Otto Skeppstedt, sua moglie e i loro quattro bambini posano in studio per un ritratto formale, che non rende giustizia all'incredibile storia di questa famiglia.
Nel momento in cui questa foto fu scattata, gli Skeppstedt (oggi Shipstad) si erano stabiliti a St. Paul nel Minnesota dopo aver emigrato dalla Svezia. Frank Otto lavorava in fonderia e a mala pena riusciva a sfamare la famiglia; ma, imprevedibilmente, il giovane Eddie Shipstad – uno dei bambini del ritratto – stava per affermarsi nell'industria americana dello spettacolo. Tutto iniziò quando Eddie e l'amico Oscar Johnson presero a pattinare sul lago ghiacciato di St. Paul; ben presto divennero acrobati e dunque furono invitati ad esibirsi per il campionato professionista di hockey.
A partire da queste esperienze iniziali, nel 1936 i due lanciarono le Ice Follies: il primo spettacolo itinerante sul ghiaccio, che avrebbe entusiasmato San Francisco per circa 3 decenni. Un figlio e un nipote furono battezzati Eddie, e entrambi seguirono le sue orme di direttore artistico per spettacoli su ghiaccio.
Questa foto racconta la storia di Ismail Shurdha e di Ali.
Ismail era un mercante, e nel 1912 partì con la sua nave "Hulusijie" per un viaggio dall'Albania fino in Africa. Alla fine del viaggio, appena stivato l’ultimo carico per il ritorno a casa, un ragazzo africano di circa 12 anni pregò Ismail di prenderlo con sé: poiché era un orfano, temeva che prima o poi sarebbe stato catturato e venduto come schiavo. Ismail fu colpito, e decise di prenderlo a bordo. Il ragazzo si chiamava Ali e dimostrò di essere molto in gamba; così, all'arrivo a Shkodër, la città di Ismail, questi decise di presentare Ali alla moglie, per adottarlo e crescerlo come un figlio. La foto mostra Ali ormai grande al centro dei suoi parenti più giovani, nella famiglia albanese che gli dette una nuova vita e un futuro. La storia di Ismail è stata raccontata per Europeana Migration dalla nipote Lindita Lohja, che ha anche condiviso questo prezioso ritratto di famiglia.
Muhu è un’isola del Mar Baltico appartenente all'Estonia. Qui crebbero le gemelle Erna e Linda e il loro fratello Evald Lagerström.
Ma nel 1943 un fatto allarmante li costrinse a lasciare la loro casa: Evald, allora diciannovenne, venne coscritto all’esercito tedesco. Così, il 20 ottobre lasciarono l'isola con la loro imbarcazione, che passò inosservata per via del mare grosso; e in un paio di giorni raggiunsero Nynäshamn, un paesino presso Stoccolma. I Lagerström si accasarono in Svezia, e certamente essere di madrelingua svedese li aiutò ad integrarsi nella comunità locale. Sorridendo al fotografo, Erna e Linda sono qui ritratte poco dopo il loro arrivo in Svezia, vestite con l’abito tradizionale di Muhu: un dolce ricordo della vita che si erano lasciate alle spalle.
Infine, ci saluta la pittrice svedese Mimmi ZETTERSTRÖM, che lasciò Stoccolma per dedicarsi ali studi artistici a Parigi. Mimmi diventò un punto di riferimento per i giovani artisti svedesi e partecipò a molte mostre, spesso con paesaggi della sua terra natale. In questo autoritratto, si rappresenta di spalle mentre lavora a uno dei suoi quadri.
Alla fine del nostro viaggio attraverso queste storie coraggiose e ricche di avventura e di ispirazione, l'autoritratto di Mimmi rappresenta ciò che la nostra mostra ha sperato di far vedere: uno sguardo alla storia che riflette anche la realtà di oggigiorno.